In questo post voglio sfatare qualche mito su una ricetta famosissima in cui però si incappa in altrettanto famosissimi errori: il vitello tonnato o vitel tonnè di cui puoi trovare qui la ricetta originale piemontese.
Il nome
Cominciamo proprio dal nome: vitello tonnato o vitel tonnè? Potete chiamarlo come preferite. Sappiate però che il primo è il nome del piatto in italiano, mentre il secondo è la dicitura piemontese, poiché il Piemonte è la regione che ha dato i natali a questo piatto.
Se siete ancora tra quelli che credono che il vitel tonnè abbia nobili origini francesi, siete in grande errore. Non basta una parola “tronca” e un accento per mandare una ricetta Oltralpe.
Il vitello tonnato è italianissimo e pare che la sua creazione sia contesa nella zona della provincia di Cuneo.
La ricetta è stata anche inserita nel libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” del grande Pellegrino Artusi, che spiega dettagliatamente questo piatto nel suo famosissimo ricettario datato 1891. Ciò vuol dire che era conosciuto, apprezzato e cucinato già all’epoca.
Come servirlo?
Antipasto o secondo piatto? Estivo o adatto a tutte le stagioni? Allora, la tradizione gastronomica vuole che il vitello sia servito come antipasto in inverno, in particolare durante il pranzo di Natele, e come secondo piatto durante il resto dell’anno.
Va servito freddo o comunque a temperatura ambiente, ma c’è anche chi lo serve caldo o tiepido, io appartengo alla prima squadra.
Con o senza maionese? La salsina che nappa, in altre parole ricopre, le fette di vitello (il pezzo di carne migliore è il magatello o il girello) non contiene maionese, è infatti a base di tonno, capperi, acciughe e…tuorlo d’uovo!
La cremosità e il gusto, che potrebbero trarre in inganno facendo pensare erroneamente alla maionese, sono dovute proprio a quest’ultimo ingrediente.
Diffidate delle versioni del piatto in cui invece è inserita, si tratta sicuramente di una versione più sbrigativa e di certo non originale.